Costruzioni e sostenibilità. La misura dell’impatto ambientale delle costruzioni
AUTORI: Claudio Failla – Professionista in Milano. Past President CTE – [email protected]
Alessandra Ronchetti – Segreteria Tecnica Assobeton. Consigliere CTE – [email protected]
INTRODUZIONE
L’Unione europea (UE) ha posto nei suoi obiettivi di diventare climaticamente neutrale entro il 2050. Questo traguardo è al centro del Green Deal europeo (Commissione europea 2019), in conformità con l’impegno dell’UE per l’azione globale per il clima ai sensi dell’Accordo di Parigi.
La transizione ecologica non è solo una sfida urgente per rispondere al cambiamento climatico, ma anche un’opportunità per rimodellare il sistema economico e industriale. Tutti i settori della società e dell’economia svolgeranno un ruolo, dal settore dell’energia all’industria, alla mobilità, all’agricoltura e anche il settore delle costruzioni dovrà svolgere un’importante funzione.
Il Seminario ha affrontato un argomento di fondamentale importanza per il futuro del settore edilizio: come valutare e promuovere la sostenibilità nelle pratiche costruttive. La necessità di affrontare le sfide ambientali, sociali ed economiche ci spinge a ripensare il modo in cui progettiamo, costruiamo e gestiamo gli edifici.
La sostenibilità nelle costruzioni va ben oltre la sola scelta dei materiali. È un approccio olistico che coinvolge l’intera filiera delle costruzioni, dalla fase di committenza e progettazione fino all’esecuzione e gestione degli edifici nel lungo termine: è necessario considerare tutti gli attori coinvolti.
Solo integrando le conoscenze e le competenze di tutta la filiera delle costruzioni potremo raggiungere l’obiettivo di realizzare costruzioni sostenibili che siano in armonia con l’ambiente, socialmente responsabili ed economicamente vantaggiose. La misura della sostenibilità è uno strumento indispensabile per valutare l’impatto ambientale e sociale di una costruzione durante il suo intero ciclo di vita. Pertanto, la quantificazione della sostenibilità attraverso indicatori e metodologie adeguate diventa un elemento essenziale per valutare l’impatto ambientale e sociale degli edifici.
La decisione di focalizzare il seminario che si è tenuto al Politecnico di Milano su “La misura dell’impatto ambientale delle costruzioni” nasce dalla volontà di dare un contributo per affrontare il tema della Sostenibilità delle Costruzioni in modo tecnicamente corretto mettendo a fuoco i diversi e complessi aspetti che caratterizzano questo argomento.
È noto come l’industria delle Costruzioni risulti una delle più impattanti dal punto di vista ambientale e che, per questo motivo, l’intero comparto, in termini letterali, non goda di “buona stampa”. “Concrete: the most destructive material on Earth” [1] è il titolo di un articolo di Jonathan Watts pubblicato su “The Guardian” che descrive i grandi rischi cui il nostro pianeta sta andando incontro con un sistema di sviluppo centrato sull’utilizzo del calcestruzzo, la materia più utilizzata al mondo dopo l’acqua. Watts rappresentata gli impatti legati alle emissioni di CO2 derivanti dalla produzione del cemento, dalla grande quantità d’acqua utilizzata e dalla presenza delle cave per l’estrazione del calcare. Anche la durabilità nel tempo, che è una delle caratteristiche principali del calcestruzzo, viene indicata come un aspetto negativo, in quanto, una volta effettuato un intervento sul territorio, questo rimane praticamente indelebile per l’eternità portando come esempio la bella cupola del Pantheon di Roma realizzata in conglomerato quasi 2.000 anni fa. Ma l’impatto più grave del cemento, secondo questo articolo, riguarda la distruzione delle infrastrutture naturali senza ripristinare le funzioni ecologiche da cui l’umanità dipende per la fertilizzazione, l’impollinazione, il controllo delle inondazioni, la produzione di ossigeno e la purificazione dell’acqua. In sostanza la critica negativa più profonda riguarda, più che l’uso del calcestruzzo come materiale da costruzione, il suo abuso e le casistiche riportate riguardano argomenti politico/economici più che tecnici.